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l microclima è una delle fonti di rischio negli ambienti di lavoro e tutti gli occupanti della scuole vi sono naturalmente esposti.
Quali sono le condizioni climatiche che generano situazioni di rischio in aula? Oggi per microclima si intende l'insieme dei parametri ambientali che condizionano gli scambi termici tra uomo e ambiente, portando al cosiddetto "benessere termico". Sebbene tale sensazione sia piuttosto soggettiva, è possibile definirla combinando i valori del clima esterno, della struttura e degli impianti dell'edificio, con il tipo di attività svolta e l'abbigliamento indossato.
Il Decreto legislativo 81/2008, classifica nel Titolo VIII (art. 180) il microclima tra gli agenti fisici che, ai sensi dell’art. 181, devono essere compresi nella valutazione dei rischi.
A differenza di altri rischi fisici, purtroppo, manca un punto specifico per il microclima, che dovrà quindi essere valutato usando le norme di buona tecnica (UNI, ISO, ecc.) e le buone prassi per identificare ed adottare le corrette misure di prevenzione e protezione. Premesso che negli ambienti “moderati”, come i locali delle scuole, il lavoratore non corre generalmente rischi per la salute, è comunque possibile definire le condizioni di benessere termico e quindi anche quelle di discomfort
Di seguito una sintesi dei principali parametri utilizzati per definire le condizioni di comfort e discomfort microclimatico.
Condizioni ideali per attività prevalentemente sedentarie:
- Temperature nelle aule in invero: 20°-24°
- Temperature nelle aule in estate: 23°-26°
- Umidità relativa: 30%-70%
Condizioni straordinarie:
- Temperatura minima sopportabile per attività sedentarie: 15°
- Temperatura di rischio grave ed immediato: 5°
Nel primo caso è consigliabile non prolungare le attività sedentarie oltre le 4-6 ore giorni e comunque per non più di 3/4 giorni consecutivi.
Nel secondo caso è consigliabile sospendere immediatamente l’attività.
